
Il nome del borgo Crisiae compare in epoca romana e, infine, nel 1330 diventa Cressa. Dal Duecento al Settecento si avvicendano potenti famiglie nobiliari tra cui i Borromeo che legano il destino di Cressa e delle sue attività agricole e produttive al mantenimento dell’Isola Bella del Lago Maggiore. Nel 1918 i Borromeo vendono tutto il territorio al banchiere industriale J. De Fernex che sviluppa la gelsi-bachicoltura fino al tracollo finanziario nel 1929, con conseguente vendita delle sue proprietà alle famiglie locali. Da quel momento Cressa si sviluppa come centro agricolo e industriale grazie alla presenza della ferrovia. Testimonianza dell’attività agricola è l’antica fattoria dei Borromeo a ridosso del centro storico, un complesso architettonico di valore che ha conservato il suo originale fascino. Di importanza storico-artistica è l’oratorio romanico di S. Giulio del sec. XI, fuori dall’abitato, in cui sono visibili solo parte del ciclo pittorico preesistente e affreschi del Cinquecento. Tra gli edifici sacri: la parrocchiale dei SS. Giulio e Amatore risalente al 1504 al centro del paese; la chiesa dedicata alla Beata Vergine Immacolata (nota come Chiesa di San Rocco) e la chiesa della Madonna delle Grazie, già cappelletta denominata Beata Vergine della Bettola, entrambe risalenti al XVII sec.; poi la chiesa di S. Eurosia presso l’omonima cascina in collina e la chiesa di S. Antonino di fattezze medioevali. Del 1705 è l’opera Pia Giacobini. Dal 2010, nella vecchia cantina restaurata dell’ex municipio, il Museo del Baco da Seta è sede di laboratori didattici rivolti ai bambini, con testimonianze e video sulla storia della bachicoltura locale e racconti della memoria Cressese su questa importante attività.